Bach e la Floriterapia

Edward Bach e la Floriterapia

 

Edward Bach studiò medicina in Inghilterra. Nacque nel Galles il 24 settembre 1886 da una famiglia agiata. Benché la sua attività fosse ben avviata, era insoddisfatto del sistema medico ufficiale che gli era stato insegnato poiché, a suo avviso, non prestava la dovuta attenzione a ciascun individuo malato. Notò che, spesso, la medesima terapia non funzionava allo stesso modo su persone diverse, pur con gli stessi sintomi. E finì col convincersi che il carattere e la personalità di ciascun individuo potessero determinare le differenti reazioni a malattie simili.

Volle cambiare metodi curativi e si dedicò all'immunologia, allo studio dei batteri e dei virus e infine entrò nel London Homaeopathic Hospital, nel 1919, scegliendo l'alternativa omeopatica alla medicina allopatica. Grazie alle sue ricerche, classificò numerosissimi batteri intestinali e introdusse sette nuovi importanti nosodi, facendosi apprezzare per i suoi notevoli lavori e interventi a congressi e su riviste.

Alcuni anni dopo abbandonò anche la pratica omeopatica, perché era convinto di poter scoprire un metodo curativo nuovo, semplice, da sempre ricercato, che non richiedeva neppure l'intervento di un medico ufficiale.

Era giunto alla conclusione che, sebbene vi siano migliaia di sfumature nelle malattie fisiche, le cause psicologiche sono relativemente poche. Dopo anni di studi solitari vissuti sul Mout Vernon , dove si era rifugiato, fu in grado di scoprire quali fossere tali particolari condizioni psicologiche e trovò il rimedio giusto per ciascuna di queste: si trattava di fiori selvatici.

Ne identificò 38 diversi tipi e ognuno era in grado di riportare in armonia uno stato emozionale alterato. Tutti i suoi fiori furono suddivisi in varie sfumature e in sette tipi di sentimenti: la solitudine, la paura, l'incertezza, l'eccessiva cura del benessere altrui, il mancato interesse per quanto avviene attorno a sé, l'eccessiva influenzabilità e la troppa sensibilità, lo sconforto e lo scoraggiamento.

C'è anche una seconda suddivisione in due tipi di rimedi: quelli da mettere in relazione con le caratteristiche della personalità e quelli da imputare a uno stato transitorio in cui si trova la psiche. Il dottor Edward Bach era arrivato a tali conclusioni grazie ad una attenta osservazione della natura umana e dei modi in cui reagiscono tante persone diverse alla sofferenza di una malattia o di fronte allo stress. Perciò i suoi 38 fiori possono essere associati a un preciso stato mentale che provoca squilibrio nella psiche e, poi, in tutti gli apparati.

La messa in prova di tale geniale intuizione costò cara a Bach, per via della sua enorme sensibilità: si dice che, dopo aver scoperto la condizione mentale che desiderava guarire, riuscisse a sentire quale fosse il rimedio appropriato attraverso un intenso dolore sia fisico sia emotivo. Fu così che, nel 1936, morì a soli 50 anni, nel pieno della vita. Lo guidava la convinzione che il Creatore dovesse aver fornito alla Natura cose semplici e facili da utilizzare allo scopo di guarire dalle malattie. Pensava che il mezzo di guarigione non fosse da trovare nella pianta stessa ma proprio nel fiore, che esprime una forma assai sottile di energia vitale. Certamente, direi, anche per la sua sensazionale bellezza .

Dr. A.D.Cohen

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